Durante questi lunghissimi, cupi mesi mi sono domandato spesso, come immagino anche molti di voi avranno fatto, se e quando una ripresa della vita normale fosse prospettabile. Come tanti, ho perso il sonno – oggi non riesco a dormire più di poche ore per notte – ed il piacere delle “piccole” gioie quotidiane; sono diventato umbratile e a tratti scontroso.
Impaurito.
Sospettoso.
Infine, l’intuizione: ho seriamente bisogno di ridere! …e ho pensato che forse la stessa necessità sia avvertita anche da voi.
Ridere. Già, ridere… Non del riso proverbiale s’intende; quello che, per capirci, abbonda sulla bocca degli stolti, e che una certa televisione – a tacere di internet! – pare ammannire senza economia quale panacea alle sofferenze dell’anima ingenerate dalle circostanze. Un riso che non nutre (lo spirito); passivo ed implicitamente macabro, foriero di tristezza.
No, nulla del genere.
Ma ridere attivamente, consapevolmente. Un esercizio di resilienza morale; un atto di estrema caparbietà di fronte all’insidiosa assurdità del presente, che penetra nelle nostre anime svuotandole di contenuto. Una barricata immateriale ma invalicabile, costruita con i materiali che il Teatro meglio di qualsiasi altra forma d’Arte può fornire. Oggi più che mai, il fronte interno di un’autentica resistenza interiore deve saldare, con-fondere, la capacità di far pensare e la volontà di divertire: un pubblico triste, afflitto, cogitabondo perde la capacità di riflettere e diventa schiavo dei propri affanni, mentre un sano riso predispone l’animo alla profondità della riflessione.
Forte di tali riflessioni, ho inteso mettere a punto un cartellone orientato in questa direzione. Non troverete nel programma d’abbonamento del Teatro Dehon, per la prossima stagione 2022 – 2023, tragedia classica o psicodramma post-moderno: se bramate le lacrime, guardatevi un telegiornale o date un’occhiata al prezzo della benzina… Se invece desiderate “ricaricare le batterie” in modo intelligente (così da poter rinunciare allo zapping il giorno dopo, e magari fare il pieno alla macchina senza arrabbiarvi troppo), allora venite a trovarci in sala: forse non risolveremo i vostri problemi, ma di sicuro vi offriremo l’opportunità di guardare ad essi senza troppo rancore e chissà… Magari anche di scherzarci sopra!
Non mi dilungo in descrizioni del cartellone, che potrete trovare sul sito del Dehon e sui social media, ma desidero segnalare la principale produzione di Teatroaperto per la prossima stagione, vale a dire lo spettacolo “Il mio peggior amico”, realizzato grazie alla collaborazione con due autentici professionisti del buonumore, Malandrino & Veronica, che siamo felici ed orgogliosi di accogliere nella nostra famiglia.
Il Direttore Artistico Piero Ferrarini