Caro Antonio,
ho avuto la fortuna di poterti conoscere abbastanza a lungo e sufficientemente bene, e so che non avresti gradito un elogio funebre stylé e conforme ai crismi. Del resto, tu eri un irregolare per natura - ogni vero artista dovrebbe esserlo! -, refrattario ai luoghi comuni, alle scorciatoie di comodo. Alle carrettelle che strappano l'applauso, sulla scena come nella vita, hai sempre preferito la classe del recitare vero. Nobile. Profondo. Elegante.
Ho spesso immaginato mio padre Guido, che per tanti anni ti è stato amico sincero e devoto - come forse solo in nome del sentimento d'una comune appartenenza ontologica si può essere -, alla stregua di un capocomico all'Antica Italiana, la sopravvivenza attualizzata di uno di quegli Zanni che popolarono le piazze ed i mercati d'Europa nel Cinquecento. Tu invece hai sempre avuto, ai miei occhi, la maestà noncurante d'un istrione della Roma antica; e mi colpiva il candore (autentico) con il quale schermivi una formidabile, straordinaria capacità interpretativa sino a farla apparire come la cosa più scontata del mondo.
Come si dovrebbe fare in questi casi, vorrei scrivere dei tuoi meriti e descrivere i tuoi incontri "importanti"; invece, preferisco ricordare un tuo progetto, che credo dica molto dell'uomo che eri: avresti voluto adattare per lo schermo un bel racconto gotico di Anne Crawford, che ha per protagonista una donna-vampiro. Penso che quell'immagine di una seduttività infera, pericolosa ed abissale riverberasse la fascinazione profonda che su di te esercitava l'elemento lunare, il vero rovescio della tua maschera artistica, che del resto coincideva alla perfezione con la fluidità della complessione astrale Cancro tua propria.
Sono molti i momenti trascorsi insieme che non dimenticherò mai, Antonio; sono tanti i consigli che mi hai dispensato nel corso degli anni e che conservo gelosamente nel mio "baule" di teatrante, in attesa di trasmetterli a mia volta (credo che questo meccanismo si vada sotto il nome di "tradizione", ma non ne sono sicuro). Vorrei fermarmi ancora un po' qui con te, ma tra pochi minuti devo iniziare una prova del nuovo spettacolo, anche se ho le lacrime agli occhi.
Sono sicuro che capirai.
Piero
P.S. Quando incontri mio padre, portagli un applauso da parte mia.